Al momento stai visualizzando L’ospitalità data dall’ex coniuge all’attuale compagno non è prova della convivenza

Ex moglie ospita a casa per dieci mesi il suo compagno: per la Cassazione non è possibile parlare di coppia di fatto.

Nel caso di specie, Il Tribunale aveva pronunciato lo scioglimento del matrimonio prevendendo l’obbligo per l’ex marito di versare ogni mese l’assegno divorzile all’ex moglie.

La Corte d’Appello accoglieva il ricorso – proposto dall’uomo – col quale quest’ultimo chiedeva la cessazione di ogni suo obbligo di contribuzione, sostenendo che la donna avesse instaurato un rapporto di convivenza con un nuovo compagno.

Tale rapporto era provvisto, secondo la difesa dell’ex marito, di quei caratteri di stabilità e di reciprocità tali da rendere riconoscibile una famiglia di fatto e perciò tale da far cessare ogni obbligo relativo al versamento dell’assegno divorzile.https://www.valeriamaresca.it/2022/05/16/azione-di-divorzio-ha-natura-personalissima/

La donna ricorreva per Cassazione evidenziando che si trattasse di una situazione assolutamente estemporanea, al contrario, non tale da far ipotizzare una famiglia di fatto con annesso requisito basilare della reciproca assistenza morale e materiale.

La Corte di Cassazione Sez. I, con la Ordinanza del 25 gennaio 2022, n. 2139, ha ritenuto l’obiezione fondata, in base alle circostanze riferite dal teste ritenuto maggiormente attendibile, circa la prova dell’esistenza, fra l’ex coniuge e l’attuale compagno, di un rapporto affettivo caratterizzato da alto grado di stabilità, da un’effettiva comunione di vita e dal reciproco esercizio di diritti e doveri, tale da assumere i connotati della c.d. “famiglia di fatto”.

Nel caso di specie, infatti, dall’ospitalità data dalla ricorrente al suo attuale compagno per un periodo di circa dieci mesi, in attesa che si rendesse abitabile l’appartamento di quest’ultimo, non si poteva ricavare la prova dell’esistenza di un rapporto affettivo caratterizzato dai connotati della c.d. “famiglia di fatto” e, quanto sostenuto dall’ex marito, non era infatti considerato sufficiente per provare l’esistenza fra la donna ed il suo partner di un rapporto affettivo caratterizzato da un alto grado di stabilità.

Per questo motivo la Suprema Corte accoglieva il ricorso e rinviava alla Corte D’Appello per un ulteriore approfondimento circa il peso da attribuire alla “ospitalità” avvenuta per un limitato periodo di tempo.

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