Al momento stai visualizzando Dichiarazione di successione ed obblighi per gli eredi

L’obbligo della presentazione della dichiarazione di successione incombe sui soggetti chiamati all’eredità, almeno fino al momento della loro rinuncia.

L’Agenzia delle Entrate (risposta n. 296/2022) ha chiarito che sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione: i chiamati all’eredità e i legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta; gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente; gli amministratori dell’eredità ed i curatori dell’eredità giacente; gli esecutori testamentari.

I chiamati all’eredità ed i legatari sono esonerati dall’obbligo della dichiarazione se, anteriormente alla scadenza del termine, hanno rinunziato all’eredità o al legato o, non essendo nel possesso dei beni ereditari, hanno chiesto la nomina di un curatore dell’eredità e ne hanno informato, per raccomandata, l’ufficio del registro.

Fino a quando l’eredità non è stata accettata o non è stata accettata da tutti i chiamati, l’imposta è calcolata considerando come eredi, i chiamati che non hanno rinunciato all’eredità.

Quando il chiamato non ha accettato l’eredità e non è nel possesso dei beni ereditari, il Tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, su istanza delle persone interessate o anche d’ufficio, nomina un curatore dell’eredità che ha il compito di amministrare il patrimonio ereditario fino a quando l’eredità non venga accettata.

Pertanto, al di fuori delle ipotesi di rinuncia o di nomina di un curatore, i chiamati all’eredità sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione a prescindere dalla loro qualità di erede testamentario o legittimo.

In caso di accertamento in sede giudiziale e, sempre a prescindere dal tipo di delazione (testamentaria o legittima), i soggetti chiamati sono solidalmente obbligati a presentare la dichiarazione di successione ai fini dell’assolvimento dell’imposta di successione.

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